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Mossio, il Dolcetto è il nostro Re dei vini

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Cantina Mossio Fratelli. Photo from mossio.com Cantina Mossio Fratelli. Photo from mossio.com

A Rodello, piccolo borgo alle porte dell'Alta Langa, i fratelli Mossio hanno creduto nel Dolcetto d'Alba riuscendo a dimostrare la grandezza di questa tipologia tradizionale. Nonostante i recenti cali di produzione e le perplessità del mercato, il Dolcetto ha ancora molto da dire.

In Piemonte il triumvirato di uve a bacca rossa è costituito da Nebbiolo, Barbera e Dolcetto che danno i vini rossi importanti in gran parte della regione dal punto di vista commerciale e della tradizione e i fratteli Valerio e Remo Mossio coltivano esclusivamente questi tre vitigni. “Si possono anche produrre dei buonissimi bianchi ma per me le Langhe esprimono meglio i rossi longevi, “ dice Valerio.

L’azienda Mossio si trova in fondo ad una strada sterrata a Rodello, un piccolo paese situate a soli 11 km a sud di Alba. Al confine con il territorio di Alta Langa che sono le colline del Piemonte meridionale, il paese si affaccia ad una vista mozzafiato delle Langhe a 360°. Questo è il territorio del Dolcetto d’Alba.

Valerio, Remo e i loro familiari coltivano il Dolcetto su oltre la metà dei loro 11 ettari (27 acri), riservando circa 2 ettari (5 acri) ciascuno per Barbera e Nebbiolo. Ogni viticoltore è appassionato della sua vocazione- essenziale per impegnare la vita di un essere umano nella produzione del vino – ma in questo contesto più ampio i fratelli Mossio dedicano la loro passione al Dolcetto d’Alba. Il terreno si adatta perfettamente alla produzione delle varietà spesso difficili.  Le viti traggono i benefici da un’esposizione ideale che regala al vigneto il sole durante tutta la giornata, e da una posizione ben ventilate che aiuta a ridurre la possibilità che possa crescere la muffa su queste viti con il fogliame così spesso.

Mossio Fratelli WineryValerio Mossio e la "libreria del vino"; la barricaia (le immagini prese dal sito mossio.com)

Passeggiando per i vigneti, Valerio mostra con orgoglio la crème de la cru «Caramelli». È difficile perdersela: la collina è il punto più alto dei terreni circostanti e raggiunge i a 500 m slm. Il dolcetto resiste a queste quote meglio di altre varietà locali, in particolare del Nebbiolo. Il vino ottenuto dal Caramelli risulta così complesso, ricco e armonico: un grande rosso pluripremiato dalle guide.
Tornati in cantina, camminiamo camminato attraverso stanze sulle mura delle, attorno al XVIII secolo, echeggiavano le voci dei frati. Come attestano i resti scheletrici del campanile, il complesso aziendale, il cui nucleo originario risale al '500, ospitava una comunità religiosa. Entrati in una fresca cantina con la volta a botte in mattoni, Valerio presenta la sua " biblioteca del vino": un'ordinata serie di scaffali dove riposano bottiglie di Dolcetto risalenti ai primi anni del 1900.

Dolcetto, vitigno e vino

Il dolcetto è uno dei vitigni piemontesi più importanti. Non lasciatevi ingannare dal suo nome che fa pensare ad un vino dolce. L'etimologia potrebbe riferirsi alla dolcezza dei suoi grappoli, la cui bassa acidità li rendeva ottimi come uva da tavola; altre fonti indicano invece che il termine "dolcetto" deriverebbe dalla parola "duset", che in piemontese significa "dosso", "collinetta". 

Il Dolcetto d'Alba è un vino rosso fruttato e secco. È conosciuto per la sua freschezza e una vibrante immediatezza, con note fruttate e floreali che spiccano fin dal primo assaggio. È di facile beva, così come capace di sviluppare una grande complessità. Anche se la sua bassa acidità non si presta generalmente all'invecchiamento per decenni in cantina, alcune bottiglie sono prodotte per l'invecchiamento, in particolare quelle di Dolcetto Superiore. Aromi e sapori comuni riconducono alla ciliegia rossa e nera, prugna, mirtillo e un finale fatto quasi di mandorla amara. 

Dolcetto versus Nebbiolo: trend nelle Langhe

Continuando la visita con Valerio, scopriamo di più sulla storia del Dolcetto. «Vittorio Emanuele II, il primo Re d'Italia, elogiava il Dolcetto d'Alba proveniente da queste colline», racconta, «ma il mercato del Dolcetto, negli ultimi tempi non ha avuto vita facile. Spesso viene oscurato dal Nebbiolo a cui vengono dedicati gli appezzamenti più pregiati. Di conseguenza, il Dolcetto ha dovuto scontare basse qualità e mancanza di comunicazione. Tuttavia Rodello e il vicino borgo di Montelupo continuano ad essere largamente coltivati a Dolcetto, forse a causa della loro alta quota. Questi paesi regalano due delle migliori espressioni del Dolcetto d'Alba al di fuori delle colline di Diano».


Ancora oggi, purtroppo, il Dolcetto viene spesso sostituito con il Nebbiolo. Una tendenza che negli ultimi tre anni ha portato a molti spianti. Secondo i dati del Consorzio Grandi Langhe DOCG, il numero delle bottiglie del Dolcetto di Dogliani, Diano d'Alba, e d'Alba durante il 2013-2014 ha subito un enorme ribasso che ha toccato punte del 43%. La terra coltivata con questa varietà si svalutata maggiormente e viene spesso ridestinata alla produzione di Langhe Nebbiolo, che registra un impressionante +16.5%.


«Perdere le vecchie vigne del Dolcetto a favore del Nebbiolo è una vergogna», attacca Valerio, «ma posso capire perché uno sceglie questa strada: produrre il Dolcetto è più difficile e oneroso. La vigna necessita di maggiori cure, prima di tutto. Le foglie crescono più compatte richiedendo un enorme lavoro manuale di sfoltimento. Le sue viti vengono piantate due, tre volte la distanza del Nebbiolo o del Barbera per consentire un maggior passaggio di luce e una migliore ventilazione».

Valerio Mossio in his vineyardsValerio Mossio pointing out how his Nebbiolo vines grow naturally less bushy than Dolcetto

«Inoltre» continua Valerio, «il Dolcetto possiede un ciclo di maturazione più breve rispetto agli altri rossi: è il primo ad essere vendemmiato da metà a fine settembre. Questo significa che c'è meno tempo perché il clima possa correggere le "anomalie climatiche" occorse durante l'estate: un tempo che Barbera e Nebbiolo hanno invece a disposizione essendo vendemmiati tra fine settembre e ottobre. Una nota difettosa nell'uva, inoltre, prevarrà anche dopo la vinificazione, mentre altre varietà riescono a compensarla con il lavoro in cantina. È davvero difficile mantenere l'aroma del Dolcetto pulito», conclude Valerio. «Tuttavia è meglio non rimpiazzare il Dolcetto con il Nebbiolo se on ci credi veramente. In altre parole, è meglio seguire la tua passione e la vocazione della tua terra, piuttosto che le mutevoli tendenze del mercato». 

Il Dolcetto all'estero

Nonostante i dati sembrino negativi, il futuro estero del Dolcetto potrebbe non essere così cupo. Sia la qualità che la comunicazione stanno migliorando e la sua popolarità all'estero, allo stesso tempo, è in crescita. A conferma di ciò, l'80% del vino di Mossio viene esportato. Valerio vede un grande potenziale nel mercato americano. «Il Dolcetto è perfetto per la cucina internazionale e gli americani sono desiderosi di provare nuovi abbinamenti. Inoltre, nei ristoranti e wine bar il vino di buona qualità al bicchiere è molto popolare. Da noi è ancora troppo frequente trovare vini al bicchiere di qualità inferiore e siamo convinti che ci voglia la bottiglia per qualcosa di più "sofisticato"».

Il Dolcetto e i vini piemontesi sono come i piemontesi. Hanno bisogno di tempo per aprirsi
-Valerio Mossio

Comunicare la quantità di vini italiani all’estero non è un’impresa semplice, ma Valerio ci lascia con una frase memorabile: «Il Dolcetto e i nostri vini sono come i Piemontesi. Hanno bisogno di tempo per aprirsi. Inizialmente i tannini del Dolcetto possono sembrare grossolani e il vino astringente, ma dategli un qualche istante per ingentilirsi. Inoltre tutti vanno bene con il cibo: sono estremamente conviviali!» 

Dolcetto d'Alba and hazelnutsDolcetto d'Alba accompagnato dalle nocciole tostate di produzione propria


INFO

Azienda Agricola Mossio Fratelli
ia Montà, 12 – 12050 Rodello (Cuneo)
Tel e Fax +39 0173617149
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ultima modifica: Lunedì, 29 Giugno 2015 17:20
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