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IgersPiemonte, come ti scatto il territorio

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CC Jacqueline Poggi - Flickr CC Jacqueline Poggi - Flickr

Nicola Pasianot, membro degli IgersPiemonte, spiega come le community di Instagram interagiscono con un territorio, valorizzandolo e raccontandolo per immagini


La valorizzazione di un territorio passa anche da Instagram e, più precisamente, dai suoi fotografi digitali: gli Instagramers. Conosciuti anche come Igers, gli Instagramers sono gruppi di fotoamatori che non rinunciano mai a uno scatto, specie se hanno uno smartphone a portata di mano e una connessione a Internet per condividerlo. Gli Igers sono fotografi avidi e compulsivi, in grado di cogliere la luce di un luogo con occhi felini e le geometrie di un paesaggio con la naturalezza di un Canaletto.

Organizzati in gruppi nazionali, regionali e cittadini (#IgersItalia, #IgersPiemonte e #IgersTorino per portare qualche esempio), oggi gli Igers svolgono un importante ruolo di documentazione. Grazie alla loro passione per la fotografia e lo sviluppo della tecnologia mobile, possono contemporaneamente rivestire il ruolo di inviati speciali, fotoreporter, cronisti, artisti visuali o narratori per immagini. Dipende dall’occasione in cui si trovano e dagli eventi che organizzano. Ma la centralità del loro lavoro resta lo scatto digitale prodotto per il web, e Instagram il loro canale di diffusione planetario.

Il Piemonte è patria degli Igers dal 2011 con la community di IgersTorino, dalla quale è nata IgersPiemonte e, a seguire, IgersAsti. Ultima nata, vista anche l’importanza turistica e paesaggistica che riveste, è IgersLanghe, comunità che raccoglie gli scatti degli «instalanghetti», come alcuni li definiscono. (--->leggi il nostro approfondimento)

Ma come operano gli Igers? E con quali iniziative raccontano un territorio? Come sono riusciti in pochi anni a diventare un punto di riferimento per enti, associazioni, comuni, consorzi turistici e persino aziende private?

Per capire meglio questo mondo abbiamo intervistato Nicola Pasianot (@tonick), 38 anni, membro del consiglio direttivo degli IgersPiemonte e una lunga esperienza come Social Media Strategist.

Nicola Pasianot (@tonick)

Nicola ci potresti dire cosa sono gli Igers?

«Igers è l’abbreviazione di “Instagramers”, cioè “persone che usano l’applicazione di Instagram”. Si tratta di una comunità nata dal basso e diffusasi capillarmente in tutto il mondo. L’inventore è Philippe Gonzales, madrilegno, che nel 2011 diede origine al sito instagramers.com, al quale devono fare riferimento tutte le nuove community.  Oggi le persone che utilizzano Instagram sono oltre 150 milioni e producono più di 50 milioni di fotografie ogni giorno».

Un bel database di immagini. Quali sono gli obbiettivi degli #Igers?

«Il principale scopo degli #Igers è quello di diffondere la cultura di Instagram, radunando e organizzando gli Igers attraverso eventi, contest, concorsi, incontri. Da questi eventi, e dalla passione per la fotografia, nascono comunità in grado di raccontare visivamente un intero territorio, in molti modi e sfumature diversi (le foto vengono organizzate con un hashtag - # - che rende più facile ritrovarle sulla piattaforma di Instagram ndr). Ciò che più mi affascina degli Igers è proprio la loro capacità di ritrarre un luogo componendo un "quadro" i cui contributi non provengono solo dagli "autoctoni", ma anche da chi lo visita per la prima volta e decide di partecipare. Grazie a questo potenziale, spesso gli Igers collaborarono con le istituzioni».

Igerstorino

In che modo?

«Proponendo delle attività social in grado di creare un valore aggiunto per il territorio».

Ci fai un esempio?

«Paratissima 2013. In quell’occasione abbiamo proposto un challenge nazionale sul tema del gioco: i partecipanti dovevano condividere delle foto come se fossero state scattate da bambini. Lo scopo era quello di creare una mostra con i migliori scatti e venderli per finanziare Casa Oz, associazione che aiuta i bambini malati e le loro famiglie. Ma abbiamo collaborato anche con la Regione Piemonte, con Artissima, il Teatro Regio e molti altri».

Collaborate anche con aziende private?

«Si, i privati non sono esclusi. Per fare un esempio abbiamo lavorato con Lavazza per creare il primo social calendar: #OperaViva. Una sorta di opera d’arte digitale e sociale realizzata con il contributo delle foto degli Instagramers di tutta Italia».

Da quando siete nati #igerspiemonte e #igerstorino hanno raccolto più di 97 mila foto in totale. Quali sono i soggetti più gettonati?

«Senza dubbio Torino. La Mole, i Murazzi, il Po, il parco del Valentino. E moltissime sono le foto “street” che ritraggono strade e scene di vita quotidiana della capitale Sabauda. In questo momento sono molto utilizzati gli hashtag #lucidartista (in contemporanea all'omonima manifestazione), #bnwtorino e #bnwpiemonte (Torino e Piemonte in bianco e nero)». 

La Mole vista da @raffantin

 

Chi sono gli Igers?

Cosa vuol dire #Igers e perché compare sotto gran parte delle immagini che scorrono su Instagram? Linguisticamente «Igers» è l’abbreviazione di «Instagramers», cioè «persone che usano l’applicazione di Instagram». Tecnicamente, sei un Igers se hai utilizzato almeno una volta questa app. Praticamente, gli Igers sono gruppi di persone che con continuità e dedizione si dedicano alla fotografia digitale, diffondendone il verbo su Instagram e radunandosi in gruppi più piccoli, volti alla promozione e alla valorizzazione di un territorio o area geografica attraverso la condivisione di fotografie geolocalizzate (cioè scattate in loco) e l’utilizzo della didascalia (hashatag) «#Igers».

Dalla prima comunità di Igers nata il 20 gennaio 2011 dalla geniale intuizione di Philippe Gonzalez (madrilegno di 45 anni che l’aveva pensata come sorta di manuale per utilizzare al meglio Instagram e la ricerca di fotografie all’interno dell’app), le comunità di appassionati si sono moltiplicate per filiazione. Hanno cioè mantenuto il rapporto di parentela con il sito www.instagramers.com, ma hanno fondato nuove famiglie: dapprima radunandosi sotto le bandiere nazionali (IGersUsa, IgersItalia) e poi sotto quelle regionali (IgersPiemonte, IgersToscana). Fino a diventare molto “particolari”, e a rappresentare comunità cittadine (IgersTorino, IgersMilano, IgersRoma) e territoriali (come la neonata IgersLanghe).

L’importanza degli Igers è cresciuta con l’aumentare del loro numero. Enti, istituzioni, comuni, associazioni e perfino aziende private hanno da subito capito la potenza di questa nuova “razza” di fotografi. La quale, ogni giorno, trecentosessantacinque giorni l’anno, produce un numero spaventoso di scatti: circa 55 milioni. Scatti che, se monitorati, archiviati e guidati, possono costituire dei database di immagini di ineguagliabile vastità e “freschezza”, raccontando un luogo, un evento o un’occasione con la forza  - e lo sguardo - di migliaia di persone.

Ultima modifica: Martedì, 21 Gennaio 2014 17:44
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