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Il normale è straordinario - Young to Young @ Vinitaly 2014

Da sinistra Marco Gatti, Simone Binelli, Laura Bosio, Paolo Carpineti e Paolo Massobrio Da sinistra Marco Gatti, Simone Binelli, Laura Bosio, Paolo Carpineti e Paolo Massobrio

Dove si racconta della degustazione per giovani blogger di giovani produttori organizzata da Palo Massobrio e Marco Gatti per Vinitaly 2014


Questa è la piccola pozza di vino provocata dalla pirotecnica apertura del Bellone da parte di Paolo. Lui ha messo le bottiglie al contrario, le ha raffreddate in acqua ghiacciata e ha fatto saltare il tappo a corona. Una sboccatura in diretta, gioiosamente sprizzando spumante sulla malcapitata primafila di blogger.

Questa è la macchia di Pecorino che una degustazione maldestra di Ausonia ha lasciato sulla mia postazione. Sono io il maldestro, non Ausonia, che è l'etichetta del sorridente Simone. Profuma di rosmarino, salvia e limone. Ha un colore come stillato dal miele, di quello fine e brillante.

Questa, infine, è la crosta croccante che ho mangiato dopo aver sorseggiato il Franciacorta di Laura. Che se avessi avuto più croste le avrei mangiate con infinita ghiottoneria, guidato dalla bollicina esplosiva e il sapore di caramello del vino di Laura.

Questa è una blogger che scatta foto come piovesse, che quasi non sento Paolo Massobrio.

E questo è il sommelier impettito e puntuale, che mi ha servito come sedessi al Ducasse di Montecarlo. Grazie, davvero, sommelier impettito. La forma del buono è il bello: bello con quella naturalezza che solo le cose buone possono avere, un bello spontaneo, aurorale, originale. Un bello stupefacente perché istintivo, profondo.


Questo per dire che il vino non può perdere la fanciullezza, per quanto maturo, affinato, studiato, voluto in una certa maniera. Che nonostante sia il frutto di un lavoro che accompagna l'uomo da quando ha memoria, mantiene un lato giocoso e imprevedibile, una schiettezza divertita e impertinente che prova a spiazzare il più paludato degli esperti.


Mi è apparso così il vino di questa sera: felice d'esistere. Di essere prodotto di giovani – Laura, Paolo e Simone – che si fanno chiamare per nome, sorridono con un velo di imbarazzo e giocano a fare il vino. Nella accezione di gioco più seria e specifica del termine: imparano le regole, le applicano fino a saperle dominare e poi trovano il proprio stile, la propria meravigliosa firma d'autore.


Come descrivere il Franciacort Brut Docg di Laura Bosio, bresciana di 33 anni se non come una potenza della natura, che elude le classiche descrizioni? Con quel sapore di crosta appena sfornate, abbrustolita, del caramello che la nonna lasciava brunire sul fondo della forma di rame prima di mettere il liquido del bunet a bagnomaria e compiere il miracolo del più celebre budino piemontese.


O come raccontare il Bellone spumantizzato di Paolo Carpineti, 28 anni, che non riesco a dissociare dal movimento di mia madre quando urlavo per la mia razione quotidiana di «cuccu, mummu, e lalla»: zucchero, mela e limone. Lei li sfregava su di una su di una grattugia con i denti di vetro e nell'aria spandeva un balsamo che mi calmava, un concentrato di sole e carezze al cucchiaio. Non ditemi che sa di mela cotogna e buccia di agrumi. No, il Bellone di Paolo è il mio «cuccu, mummu e lalla»


Il Pecorino di Simone Binelli è più fine, meno mnemonico. Sapido e minerale, elegante come una tisana di fiori di campo ed erbe aromatiche. Ha una brezza marina nel suo succo, l'immagine di un rosmarino rigoglioso addossato ai calcinacci di un casolare asciugato dal sole, scavato dalla salsedine e rinfrescato dalle ombre di Eucalipto.


«Per noi il normale è strano», conclude Paolo, sintetizzando, senza saperlo, l'intero sentimento delle nuove generazioni di fronte al vino. E mi vengono in mente le lezioni di latino, quando mi insegnavano che inventare deriva da in-venio, che significa re-incontrare, venirsi nuovamente incontro, imbattersi in qualcosa di inaspettato. Il normale, se guardato con occhi nuovi, è straordinario. 

Ultima modifica: Lunedì, 07 Aprile 2014 09:45
Gabriele Pieroni

Scrive di cultura e cibo, meglio se cibo culturale o cultura edibile. Adora il Kebab (ebbene sì!) nella sue innumerevoli varianti. Per lui il vino è prima di tutto un alimento, e come tale deve essere beverino, fresco, piacevole e soprattutto, sano. Chi lo conosce sostiene che vorrebbe essere in grado di scrivere una Grande Narrazione. Per ora si accontenta di diventare un buon giornalistaun ottimo gourmet e un piacevole commensale. Per Wine Pass cura i contenuti del web e collabora alla stesura del Magazine cartaceo. Seguimi su Twitter: @gapieron

Website: www.winepassitaly.it/index.php/It/wine-blogger/itemlist/category/154-wine-blogger-la-pancia-del-popolo
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