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Sapere cos'è il Barolo: Bartolo Mascarello

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Barolo di Bartolo Mascarello Barolo di Bartolo Mascarello

Se volete sapere cos’è il Barolo salite in paese e suonate al 15 di via Roma. Davanti a voi si aprirà la storia della vitivinicoltura di Langa e di questo vino straordinario.


Vi troverete di fronte ad una cantina nata nel 1918 per volere di Giulio Mascarello che, con un po’ di follia (come sempre accade per i geni) decise di rischiare ed imbottigliare il vino prodotto dai suoi 4 ettari di vigneti anzichè vendere le uve alle grandi cantine o ai negociant di Alba, come facevano tutti i piccoli viticoltori. Una scommessa vinta ed il testimone è passato negli anni da Giulio al figlio Bartolo ed oggi alla nipote Maria Teresa.

Piccoli viticoltori, dicevamo, e in ogni dove si rimarca la differenza dell’artigianalità della loro produzione rispetto alla concezione di imprenditore agricolo: oggi gli ettari di proprietà sono 5 e le lavorazioni in vigna ed in cantina sono praticamente identiche a quelle di inizio ’900. Anche i vini sono gli stessi: mediamente 30.000 bottiglie in tutto di cui metà di Barolo poi 6.000 di Barbera, 6.000 di Dolcetto, 2.000 di Nebbiolo e 1.800 di Freisa.

I vigneti dei Mascarello sono nei cru di:

- San Lorenzo, piantato a barbera e nebbiolo
 - Cannubi, coltivato a nebbiolo;
 - Ruè, coltivato a dolcetto e nebbiolo, con i terreni più argillosi, produce vini strutturati e tannici;
 - Rocche dell’Annunziata in La Morra, l’unico vigneto di proprietà al di fuori del comune di Barolo, piantato a nebbiolo.

Cru del Barolo

Durante la vendemmia l’uva giunge in cantina il più sana possibile, dopo esser stata accuratamente cernita in vigna. Con il dolcetto, che è il primo ad essere vendemmiato, viene fatto un pied de cuve di soli lieviti indigeni che dà l’avvio alla fermentazione. Le vasche di fermentazione sono in cemento e legno e vengono fatti due soli rimontaggi giornalieri per circa 15 giorni, quindi si prosegue la lunga macerazione la cui durata varia a seconda delle annate. Dopo la svinatura si trasferisce il vino in grandi botti di rovere di Slavonia. Qui l’affinamento dura 9 mesi per Dolcetto, Freisa e Nebbiolo, 21 mesi per la Barbera, 33 mesi per il Barolo.

Cantina di Bartolo Mascarello

Tutto si svolge lentamente, con un filo guida non interventista che permette ai vini di esprimersi nel tempo con la propria timbrica.

Tra i vini assaggiati la Barbera d’Alba 2012 è di spiccata freschezza e ancora un po’ scomposta, suggerisce di consentirle sostare ancora in bottiglia. La Freisa 2012 parte ridotta al naso ma si riprende ossigenandosi e mostra un sorso di frutti di bosco, di lampone, vivacizzato da una carbonica ben presente. Il Dolcetto d’Alba 2013 è stupendo, un vino con un fruttato goloso e persistente, leggero d’alcool e di grande bevibilità.

E poi tocca al Barolo. Le uve dei quattro cru Cannubi, San Lorenzo, Ruè e Rocche dell’Annunziata hanno fermentato e macerato insieme dal 20 ottobre 2010 per 56 giorni, probabilmente la macerazione più lunga nella storia della cantina. Dopo il lento affinamento nei grandi legni di cui sopra, ne è venuto fuori un vino monumentaleL’acidità precisa rende fresco il sorso, il tannino è fine ed abbondante, si percepisce da cima a fondo palato. Ha forza ed eleganza. Anche se ogni vino, addirittura ogni bottiglia, fa storia a sè, viene naturale cercare un confronto con altri riferimenti. E qui, per dire, si sussurra il paragone con il giovane Barolo 1989 di Bartolo. Dunque il consiglio è questo, costi quel che costi: metterne via il più possibile, lasciarlo crescere in cantina e stappare con estrema calma per i prossimi 50 anni.

Barolo Barolo Mascarello 2012

Ultima modifica: Giovedì, 16 Ottobre 2014 15:52
Stefano Molino

Nato ad Alba e cresciuto nel Roero, ho mosso i miei primi passi tra i vigneti di famiglia, tra i boschi, gli alberi da frutto e la cantina. Placo la sete bevendo sia vini dal grande blasone sia vini sconosciuti, senza pregiudizi. Oggi lavoro come enotecario in quel di Alba. Negli anni è cresciuta la mia passione per il turismo enogastronomico, per i paesaggi vitivinicoli e chi li anima, mettendo nel bicchiere qualcosa di più di una bevanda alcolica. Oro olimpico in stappatura compulsiva, di ogni bottiglia conservo il tappo e i miei pensieri scritti sul blog www.winedays.it e su www.parliamodivino.com.

Website: www.winedays.it/
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