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Paolo Marchi, Identità Golose è la mia ribellione

Alla 10ma edizione il suo ideatore si racconta: da lavapiatti in Svezia alla cucina internazionale


«All'inizio lavoravo come lavapiatti in Svezia ma il mio sogno era fare il cuoco». Paolo Marchi, ideatore di Identità Golose, non nasconde la sua grande passione per la cucina. Uno di quei casi in cui si decide di non fare cucina ma di scriverci. Una volta deciso che diventare chef non faceva per lui, ha iniziato a scrivere prima di sport e poi di cucina su il Giornale. Solo in seguito è arrivata la fortunata idea di Identità Golose, il congresso di cucina internazionale che quest'anno giunge alla sua decima edizione e che si terrà a Milano dal 9 all'11 febbraio. «I primi congressi di cucina sono nati in Spagna anche se tutti pensano che la Francia sia stata pioniera in questo» confessa Paolo Marchi e continua: «Dopo aver visto Madrid Fusiòn nel 2003, che celebrava tutta la grandezza della cucina spagnola, parlando con Carlo (Cracco, ndr) ho deciso che avremmo dovuto creare un evento tutto nostro. Identità Golose è nato da una ribellione».

Da allora sono cambiate molte cose, una su tutte internet che ha permesso la condivisione in tempo reale di foto e commenti sull'evento. Oggi quasi tutti i cuochi hanno Twitter o un sito internet. Ma non tutto si è modificato nel tempo. Punto fermo dell'evento è il calore umano, la possibilità di incontro con cuochi che vengono anche da paesi lontani. «Il primo giorno di Identità Golose del 2004 era ospite Ferran Adrià – spiega Paolo Marchi – quando è salito sul palco ci fu uno scroscio di applausi, sembrava che l'Italia avesse vinto i mondiali».

Anche rispetto alla crisi Identità golose si è sempre posto in controtendenza. «La quarta edizione nel 2009 aveva avuto un successo incredibile, nonostante il periodo non proprio propizio. Per questo motivo si decise di allargare gli spazi adibiti all'evento e trasferirci nell'attuale sede in via Gattamelata» commenta Marchi. Continua poi «Sembrava una scelta coraggiosa in quel momento. Il nostro coraggio ha dato l'idea di un congresso dinamico e concreto».

L'edizione di quest'anno si pone nella stessa scia, ma gli argomenti trattati, cercano di essere innovativi. «Parliamo di birra e acqua e di come quest'ultima si possa usare per salare il cibo». A Identità golose c'è attenzione anche per la cucina vegetariana: «Oggi si può preparare un'ottima pizza vegana senza che chi la mangia se ne accorga» dice Paolo Marchi. Ancora una volta il congresso celebra il piacere della buona tavola e una cucina che si sforza di parlare ad un mondo che cambia.

Anche quest'anno protagonisti indiscussi di Identità Golose sono gli chef: da Massimo Bottura a Massimiliano Alajmo, a Niko Romito fino a Carlo Cracco, senza dimenticare gli stranieri come Gaston Acurrio o Bo Songvisava dalla Thailandia. Paolo Marchi sull'argomento commenta con un pizzico di ironia: «Non chiedete mai a un cuoco quanti anni ha, è un lavoro massacrante che ti logora». Se volete ascoltare dal vivo il fascino di un cuoco che prepara il suo piatto davanti a voi, Identità Golose sarà aperto anche al pubblico dal 9 all'11 febbraio alla Fiera di Milano di via Gattamelata.

Last modified onWednesday, 12 February 2014 15:33
Barbara Giglioli

Sono per i vini rossi, ma amo il Moscato d'Asti. Il rosé è femminile ma non fa per me. Amo i colori decisi e i sapori intensi. La corposità del vino rosso mi conquista. Studio alla scuola di giornalismo a Milano. Collaboro con il Giornale e con Voci di Milano de La Stampa. Scrivo di musica su Note Spillate. Ho un blog enogastronomico: Le Ricette di Bobo. Bere un buon vino con un sottofondo musicale appropriato è per me l'apoteosi.

Website: lericettedibobo.blogspot.it
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