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Dogliani

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Per tradizione storica e collocazione geografica Dogliani è, da sempre, un luogo di confine. Porta d’ingresso della bassa Langa sud-occidentale e patria del celebre Dolcetto, mostra le sue caratteristiche fin dal proprio nome, che si fa risalire alle parole Dolium Iani, “botte di Giano”, il dio bifronte grande bevitore e guardiano delle soglie e dei passaggi.

Prima di entrare in paese, è d’obbligo una tappa alla Cantina del Dolcetto di Dogliani, sul rettilineo che conduce al centro storico. Qui potrete degustare e acquistare i migliori vini della zona, ma soprattutto il Dolcetto di Dogliani DOC, dal gusto fresco e fruttato, e il Dogliani DOCG, più strutturato e di spiccata personalità, entrambi da vitigno dolcetto. Proseguite per poche centinaia di metri, e la maestosa solennità della chiesa parrocchiale dei santi Quirico e Paolo, con la sua cupola azzurro cielo, vi lascerà a bocca aperta. Quest’opera, realizzata da Giovanni Battista Schellino, è solo uno dei gioielli che questo poliedrico progettista doglianese ha disseminato nella zona, portandovi tra il XIX e il XX secolo le inedite suggestioni dell’eclettismo e dell’art nouveau. 

A sinistra della Chiesa, ecco il Municipio, già convento del Carmine, dove troverete il Museo Luigi Einaudi, il Museo storico archeologico Gabetti e la Bottega del vino. L'associazione che fa capo alla Bottega raggruppa oltre una trentina di produttori, che sono ammessi a farne parte solo dopo la selezione effettuata da una severa commissione d’assaggio.

Se dopo aver apprezzato le eccellenze enologiche della zona desiderate sedervi comodamente ad osservare la vita del paese, la piazza Umberto I, da sempre dedicata agli scambi e ai commerci, fa al caso vostro. Qui potrete godere dell’ottima caffetteria del Bar della Riviera, sotto i portici, oppure, se l’ora lo permette, degli abbondanti aperitivi accompagnati da formaggi, cognà e salumi del Vin Art Cafè Notturno. Il primo e il terzo sabato del mese su questa piazza ha luogo il mercato dei contadini delle Langhe, ottima occasione per comprare direttamente dagli agricoltori prodotti biologici a chilometri zero. 

Oltrepassate la porta Sottana e percorrendo via Vittorio Emanuele lanciatevi nell’esplorazione del rione Borgo, cuore commerciale e turistico del paese. Anche qui è l’enogastronomia a farla da padrone: potrete ampliare i vostri orizzonti culinari alla vinoteca Scaccia Tappo o, con una piccola deviazione, concedervi un assaggio di toma piemontese al negozietto di prodotti tipici di Via Tenente Costa.

Pochi passi e raggiungerete piazza Carlo Alberto, sulla quale vedrete alternarsi le facciate di alcuni palazzi storici pregevolmente recuperati. Prima di ammirarne le rifiniture, non fatevi scappare la macelleria salumeria Taricco «già Gabutti Valentino», negozio storico che negli anni ha mantenuto inalterata la qualità dei propri prodotti.

Da qui inizia, leggermente in salita e costeggiata dai portici, l’elegante Via Corte, ulteriore snodo commerciale del rione Borgo che vi porterà di fronte alla porta Soprana, gemella della sottostante porta Sottana. Una volta oltrepassata, potrete ammirare la settecentesca chiesa barocca della Confraternita dei Battuti. Sulla stessa piazza, a sinistra, noterete l’ala del mercato coperto, sotto la quale durante la Fiera dei Santi, il 2 novembre, viene offerta la cisrà, minestra di ceci e trippa che un tempo veniva servita ai viandanti che arrivavano in paese per la Fiera, stremati da giorni di cammino. 

A destra della porta Soprana, troverete la ripida Salita al Castello, linea di confine tra i due rioni del paese. Percorrendola, arriverete al suggestivo passaggio medioevale coperto di Porta Gabetti: attraversatelo, ed eccovi arrivati al rione Castello. Passeggerete immersi nel silenzio surreale di un piccolo borgo che pare a sé stante, tra piccole case in pietra e gatti addormentati. Proprio qui, in questa atmosfera ovattata ed intima si tiene, ogni anno, un’apprezzata rievocazione del Presepe vivente. Se dopo la salita che vi ha condotto fin qui sentite bisogno di ristoro, non perdete la panetteria Antico Forno di Castello e la sua ottima focaccia.

Proseguite imboccando via del Ritiro, e in pochi minuti arriverete in Piazza Belvedere, sulla quale svetta il castello Perno di Caldera col suo caratteristico torrione e la Torre civica dell’orologio, posta a guardia del paese e restaurata nel 1862 dall’immancabile Schellino. Sulla sinistra è imperdibile la piccola Cappella del Ritiro della Sacra Famiglia, sulla quale spiccano le guglie e i vetri colorati tipici dello stile schelliniano. Ma il pezzo forte di questa piazza, dominata da uno splendido ippocastano secolare, è il panorama: da qui si ammira il rione Borgo con i suoi loggiati e tetti rossi, il monumentale ospedale e l’immancabile cupola azzurra della chiesa parrocchiale. Spostando lo sguardo, i dolci pendii e le vigne del celebre Dolcetto dominano il paesaggio e formano un splendido mosaico di bellezze naturali ed opere architettoniche, giusto premio per il visitatore curioso che si sia spinto fin quassù sfidando i confini custoditi dal dio Giano.

    Ultima modifica: Domenica, 23 Giugno 2013 19:17
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