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A Natale invitatevi alla convivialità, parola di Mariachiara Montera

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Mariachiara Montera alla Food Geek Dinner 2014 Mariachiara Montera alla Food Geek Dinner 2014

Wine Pass ha intervistato una delle più celebri food blogger del Belpaese su Piemonte (dove si è trasferita da qualche anno), vino, cibo e comunicazione. Ma non potevamo lasciare da parte i suoi consigli per le feste: ecco dove riscoprire l’emozioniedi sedere a tavola, tutti insieme.


Mariachiara Montera è una bevitrice indie. Non perché ha gli occhiali dalla montatura spessa, capelli corti alla bubikopf e l’outfit con una sfumatura vintage. Ma perché quando sceglie un vino, come lei stessa ammette, segue l’istinto… e ordina sempre la bottiglia. Perché del vino  - come della tavola - apprezza l’intima esperienza che vi sta scritta dentro, la complessità che si affronta soltanto attraverso la sperimentazione e la voglia di scoprire gusti inattesi.

A lei, celebre food blogger e indiscussa esperta di marketing legato al mondo del cibo  - o meglio «food strategist» come ama definirsi - abbiamo chiesto di rivelare i suoi ristoranti del cuore: luoghi in cui celebrare degnamente le feste incombenti. E ritrovare il piacere di raccontare le proprie emozioni.

Per parlare di cibo e vino, però, abbiamo dovuto cominciare dal Piemonte, regione in cui Mariachiara si è recentemente trasferita, ma di cui non si è recentemente innamorata.

Mariachiara e Francesca Gonzales alla Food Geek Dinner 2014

Domanda personale: Da Milano a Torino, come è stato il tuo ingresso enogastronomico in Piemonte?

Direi precoce, visto che già quando vivevo a Milano venivo apposta a Torino per mangiare: tra una piola in centro a Torino e un ristorante medio a Milano impiegavo quasi lo stesso tempo di spostamento e spendevo un cifra simile. È così che mi sono innamorata di Torino e ho scelto di viverci: mangiandoci.

Domanda curiosona: Che cosa hai scoperto del Piemonte che non conoscevi, ti ha colpito qualcosa in particolare?

Dico spesso che se a volte non amo Torino, ho una cotta fortissima per il Piemonte: ogni volta che prendo la macchina e mi dirigo verso Cuneo, Alba, Asti, scopro itinerari e panorami fortemente suggestivi. Ognuno diverso dall’altro, ognuno con una tradizione gastronomia peculiare tutta da scoprire.

Mariachiara MonteraDomanda creativa: Se dovessi descrivere il Piemonte in pochi tratti quali colori sceglieresti?

Rosso come la carne e giallo come le foglie dei colli in autunno.

Quali sapori?

Al primo posto la carne cruda, che non pensavo potesse essere così amabile, e sfaccettata. Subito dopo metto le patate e il Tumin del Mel, perché penso alla ricetta delle ravioles così come si prepara in Val Varaita, uno dei luoghi che più amo del Piemonte.

Quali vini?

Ne metto due: il Timorasso, così come lo fa Walter Massa. E il Barolo di Rizzi, un vino importante ma facile da bere.

Domanda vinosa: Durante un pranzo o una cena, quanta importanza dai al vino? E agli abbinamenti

Dipende da dove si tiene la cena (a casa? In un’osteria? In un ristorante stellato?). In genere amo scoprire i vini esattamente come mi diverte abbandonarmi ai sapori che ancora non conosco, e mi piace scegliere nuove etichette chiedendo un aiuto agli amici sommelier da casa (se al ristorante non sanno consigliarmi, ovviamente) o facendo ricerche su Google. Sugli abbinamenti ho un’inclinazione assolutamente indie: bevo quel che voglio a prescindere dai piatti, spesso perché ordino una bottiglia intera e non una degustazione al calice. Quando mi è capitato di essere guidata in abbinamenti al menu, ho molto apprezzato, ma sono troppo pigra per fare lo stesso da sola.

Domanda da esperta di marketing: Secondo te il vino in Piemonte è comunicato in modo corretto? Quali sono i punti di forza e le debolezze di questo territorio?

Credo che la comunicazione del vino in genere sia parecchio frammentata e debole, e in Piemonte questo si avverte un po’ di più, perché esiste un circuito incestuoso di comunicazione per cui chi produce vino in questa regione affida la sua comunicazione ad agenzie o freelance locali e solo a quelli che conoscono bene, tra cui magari ci sono molti che sanno comunicare solo all’interno della propria provincia. Accade per diffidenza, perché nelle aziende familiari come quelle del vino si fa fatica a esternalizzare la comunicazione su un prodotto così complesso e intimo come il vino: solo che il "feudalesimo" è finito da secoli, così come gli eventi in cui il successo è misurato dal numero di televisioni locali presenti alla serata. In generale, mancano visione, continuità, capacità di valorizzare le risorse (locali e non) e voglia di raccontarsi.

Domanda da gourmet (quella che ci interessa di più, ovviamente): Durante le feste tutti hanno il desiderio di coccolarsi, di festeggiare con le persone care. Se dovessi stilare la tua personale lista natalizia, quali sono i posti in cui consiglieresti di andare a mangiare? E perché?

Senza esitazioni: il Nazionale a Vernante. Subito, di corsa, senza indugi. I motivi sono tre: l’accoglienza della famiglia Maccario, squisita, familiare, confortevole; il carrello dei formaggi, imbattibile in Piemonte e in tutta Italia; la carta dei vini, frutto di assaggi curiosi e di una cultura eclettica.

Alcuni piatti del Nazionale a Vernante

Rimanendo a Torino, vi manderei tutti da Banco – vini e alimenti, il fratello minore del Consorzio: qui si può venire e mangiare a tutte le ore, ed è un luogo che invita alla convivialità, quella che durante le feste spesso subiamo come forzata. Ecco, qui se ne può recuperare la parte più sana, fatta di piatti da condividere e decine di bottiglie da stappare.

Banco - vini e alimento a Torino

 

Ultima modifica: Martedì, 16 Dicembre 2014 15:24
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