Merano: Wine Excellence
- Scritto da Erika Mantovan
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Erika Mantovan, new entry tra i blogger di Wine Pass, in questo dettagliato post ci racconta la sua "eccellente avventura al Merano Wine Festival"
Un' emozione unica entrare negli eleganti saloni della rotonda del Kurhaus, location degna delle prestigiose aziende che dall' 8 all'11 novembre hanno presentato le loro migliori produzioni, espressioni dei più blasonati terroir e vitigni.
A fianco di tutti questi vini la Gourmet Arena con 12 affermati chef, 70 produttori di enogastronomia, 110 Consorzi italiani, 12 birrifici italiani... insomma da leccarsi le dita dopo ogni degustazione di vino, formaggio, salume, cioccolato, olii.
Parto come sempre per una prima fase esplorativa prima di recupera un calice tra la folla di persone per poi inizare ad assaggiare e vivermi momenti di piacere, interagendo con i produttori e le loro storie...
Un giro rapido per il Piemonte per salutare e ritrovare i soliti amici diVini: Negro, Moccagatta, Rivetto. E scoprirne dinuovi come l'Azienda Ciek e il suo Erbalce di Caluso DOCG, passito di color oro derivante dalle sole uve selezionate tardive, macerate a freddo che mi regalano sentori di caramello e miele ma anche fiori e liquirizia: un soffice ma fresco nettare che lentamente si scioglie nel palato.
Volo in Franciacorta e qui la scelta ricadesul Pas Dosé Riserva "QdE" 2006 il Mosnel. Azienda storica di questa zona rinomata delLado d'Iseo che vanta la maggiore quantita di vigneti pinot bianco di proprietà.
Un magnifico prodotto presente sul mercatoin edizione limitata con 4000 bottiglie che solo ogni 2 anni ci si può concedere. Il 40% di pinot bianco e gli altrettanti di chardonnay donano freschezza ed eleganza con sentori di agrumi, pesca bianca, fiori che si sprigionano amorevolmente in bocca. Sono davanti ad un ottimo vino per accompagnare un pasto a base di crostacei e formaggi che già dalla fine e persistente spuma immaginavo non essere banale.
Spostiamoci a Nord Est dell'Italia per raggiungere l'Alto Adige, che qui gioca ovviamente unruolo importante e i miei prescelti sono:
- alla Kornell scelgo il Merlot Staves un Pinot Nero in purezza, pepe pepe eancora pepe, spezie, lampone, ciliegia, avvolgente, succosa dolce sensazione chesi conclude con retrogusti di frutta secca.
- la famosa Edrizzi nella zona di SanMichele ricca di rocce nota per essere una delle più vocate alla coltivazione delle uve.
La produzione totale cuba per 600 mila bottiglie annue - a sentire questi numeri mi vengono i capelli ancora più biondi! Uno sguardo alla boule sul banchetto e l'occhio cade su una bottiglia più piccina, quella tipica dei passiti.
Sono rapita da una seta profumata di ananas, vaniglia, mandorle,mango, miele, cannella che evolve intensamente persistendo a lungo nel palato senza mai risultare stucchevole con una acidità che pulisce e ammaglia. Questo vino da dolce é l'IGT Masetto Dulcis che nulla ha da invidiare ai caldi passiti del sud Italia. Limitatissima laproduzione con sole 1000 bottiglie all'anno, che racchiude, se non erro, diverse uve: Moscato Giallo, Sauvignon Bianco, Riesling Renano, Chardonnay e Gewürztraminer. Un "aromatico seduttore delle Dolomiti".
- Dal Lago di Caldaro una perla si mette in luce su altre. La Kettmeir si presenta al Festival con un suo pezzo forte: il Metodo Classico Brut Athesis Alto Adige DOC: giallo paglierino, intenso e perlage finissimo mutano in una dolce freschezza ed equilibrio tra mandorle, lieviti e ananas dati dalla presenza di un ben 52% di Pinot bianco e 41% di Chardonnay. I 24 mesi sui lieviti contribuiscono a rendere questo vino avvolgente e persistente. Un validissismo metodo classico per chi già dall'aperitivo deve stupire con piatti a base di pesce.
- Tenuta San Leonardo: una dei padri fondatori della viticultura italiana con tradizione secolare, che dal 1724 produce vini usando gli impianti classici a pergola e cordone speronato per poi passare al più moderno guyot. L'Azienda oggi è gestita dal Marchese Anselmo Guerrieri Gonzaga con cui ho il piacere di approfondire i processi di lavorazione delle uve e scoprire che nel San Leonardo c'è parte di me. Si tratta della mia mia amata Bordeaux con i suoi cabernet franc, canbernet sauvignon e merlot, nonché l'uso delle botti in cemento che come ben ci insegnano i nostri vicini controllano meglio le temperature durante la fermentazione. Aggiungiamo poi i rimontaggi fatti tutti a mano e il solo uso di lieviti selezionati accompagnati da una importante fermentazione malolattica: il tutto mi porta a confidarvi che per un buon 15 minuti sono stata teletrasportata nella terre del taglio bordolese. La curiosità nell'assaggiare questo vino è immensa e tutte queste premesse non deludono le mie alte aspettative. Rosso rubino, carico, dove morbide molecole di peperone e ribes accarezzano e inebriano i recettori del mio naso. Il pepe arriva insieme ai dolci sentori di vaniglia e in bocca è intenso e persiste a lungo a tal punto, di immaginare di essere davanti ai filari della tenuta. Si deve la produzione di questa eccellenza alla passione dei cugini della famiglia Gonzaga per la Francia i quali durante le passeggiate a cavallo compresero il pregio dei terreni e dei vigneti da decidere di reimpiantarli prima in Toscana e poi, in un secondo tempo grazie al Marchese Anselmo, in Trentino, nell'area del Garda. Mi sono invaghita di questa storia, della passione con cui mi è stata raccontata e dell'azienda. Tenuta San Leonardo, la "Borgogna delle Dolomiti"
Vagando ancora per gli importanti saloni, incontro nuovi e vecchi amici e, tra un assaggio di formaggi di capra e deliziosi panini di sesamo all'olio di oliva, mi imbatto in una giovane realtà che direttamente da Valdobbiadene si propone con un Metodo Classico prodotto con le rare uve Rive. La Adami Spumanti con i suoi 1,2 ettari crea il Valdobbiadene DOCG Rive di Farra di Soligo di color giallo paglierino dove frutti freschi di mela, pesca, acacia i quali, nonostante i soli 4 g/l di residuo zuccherino si manifestano con eleganza e intensità al palato in un retrogusto che rimane asciutto e secco, una piacevole sorpresa che in pochi si possono permettere.
Dulcis in fundo, gli assaggi al Club Excellence. Qui, a mio avviso, c'è il vero Merano Wine Festival o meglio Merano Excellence: la Sagna SpA e Massimo Sagna (Presidente anche del Club degli Importatori), che presentano alcuni dei "best of".
Degusto un forse giovane Gevrey Chambertin 1er Cru La Combe Aux Moines 2009 del Domanie Faiveley 2009 100% uve pinot noir, profumi di more e di ciliegia, spezie, tutte unite da un lieve sentore di tabacco e in bocca un velluto caldo che rilassa il palato senza renderlo noioso perché i dolci tannini e la spiccata freschezza si uniscono lentamente richiamando ancora caldi aromi eterei.
Merano Wine Festival: sei stato un eccellente momento di piacere!
Erika Mantovan
Sono fedele in amicizia e spontanea nel raccontare me stessa e le mie passioni, come quella che ho per il vino in tutte le sue sfaccettature. Viaggiare, innamorarsi e raccontare dei terroir scoperti è ciò che considero la mia linfa vitale. Ogni cru, produttore e vino sono un momento di apprendimento e crescita da condividere con chi come me, ama bere il buon vino ed essere curioso, degustando nuove esperienze.
Website: e-wineandmore.blogspot.it