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Finalmente le Langhe!

Le Langhe, scrigno di castelli e storia, sono una regione del Piemonte dalla forte identità che, il 21 giugno, ha visto riconosciuto il valore del suo paesaggio vitivinicolo come patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco.


Nel mio immaginario hanno da sempre rappresentato un esempio di buona gestione del territorio e di come, seguendo la naturale e storica vocazione, si possa ottenere un successo diffuso, volano per nuovi progetti. L’autunno pare essere tra i periodi più fortunati per assaporare le sfumature dei paesaggi e il gusto dei suoi prodotti. Io credo, però, che le Langhe siano una di quelle zone la cui bellezza muta allo scorrere delle stagioni, offrendo varietà di colori e di prospettive a seconda del periodo e del clima.

Sono arrivata in tempo per la Fiera internazionale del rinomato tartufo bianco di Alba. Prima tappa, l’immenso stabilimento della Ferrero per la mostra di Felice Casorati, del quale abbiamo apprezzato profondamente l’arte delicata, ma complessa e originale.

Per pranzo ci siamo recate alla fiera. All’interno del padiglione, preso d’assalto da turisti e visitatori, un moltiplicarsi d’eccellenze prodotte nella zona: nocciole, vini, salumi, formaggi, manufatti e il tartufo, re incontrastato della manifestazione. Giusto poco dopo l’ingresso, sulla sinistra, lo stand dell’azienda agricola Altalanga (http://altalangaaziendaagricola.it/) che unisce imprenditori agricoli di lunga esperienza e giovani che hanno scelto di “raccogliere la sfida della terra”. Impossibile resistere al richiamo delle nocciole. Dal signore nello stand, di cui purtroppo non conosco il nome, ecco un sacchetto con i vari tipi di nocciole, dono da portare con me in Sardegna e gesto bellissimo che non scorderò. 

Azienda Agricola Alta Langa, Fiera del Tartufo di Alba

Procediamo lentamente, immergendoci nell’atmosfera dell’evento: curiosi uomini, dai tratti delineati e dalle espressioni fiere son lì per presentare al mondo il loro tartufo. E intenditori, buongustai, semplici turisti con l’acquolina pronti ad acquistarne o, solamente a degustarne nelle versioni offerte dai cuochi in fiera. 

Il Trifolao delle Langhe

Per capire le Langhe è fondamentale calarsi nella cultura del luogo, legata indissolubilmente alla terra. I paesaggi sono di una bellezza rilassante, ma contemporaneamente inebriante. Meravigliosi giochi di colore, rossi di varie intensità immersi in una moltitudine di verdi e le mille declinazioni del giallo e dell’oro; l’esaltazione della natura nelle forme e nei giochi di prospettiva impresse dagli uomini. Vi è una leggera nebbia che sfuma le colline e i profili dei borghi abbarbicati, con castelli in vetta. Le curve seguono, sinuose, le vigne curatissime che raggiungono i loro cigli, contribuendo alla sensazione d’essere un tutt’uno con l’ambiente.
 
Nelle Langhe-Roero ci sono circa mille cantine, la gran parte a conduzione familiare. Sono vari i vini che vi si producono. Il Dolcetto, la Barbera, ma il più conosciuto e pregiato è il Barolo, dal vitigno Nebbiolo (come il Barbaresco, il Nebbiolo d’Alba e il Langhe Nebbiolo). Significa che le varie declinazioni di vini che si ottengono dal medesimo vitigno sono legate alle caratteristiche del terreno in cui viene coltivato, alle metodologie di fermentazione, affinamento e maturazione. La ricchezza di colori che le vigne offrono, concentrati in spazi ristretti, ricalcano la molteplicità dei vini prodotti… E, questo è, secondo me, un aspetto meraviglioso: la varietà nata dalla terra ed esaltata dall’uomo, in tutte le sue sfaccettature, rende i vini delle Langhe così simili, ma così diversi, uniti dall’elevata e indiscussa qualità e dalla passione dei produttori, tramandata per generazioni.
 
Scorcio delle colline di Barbaresco
 
Abbiamo visitato tre cantine, fondate o prese in mano da giovani. Per questo le abbiamo scelte: per conoscere le loro storie. Prima tappa, la Cascina La Berchialla a Barbaresco (http://www.olekbondonio.it/index.htm) che appartiene alla famiglia di Olek Bondonio da duecento anni. Olek, surfista, consapevole della sua grande fortuna, ha deciso di riprendere la tradizione di famiglia. Enologo, ha lavorato in Australia, Oregon e Nuova Zelanda. Produce degli ottimi Barbaresco D.O.C.G., Langhe D.O.C Rosso Giulietta, Dolcetto d’Alba DOC e Grignolino Piemonte privilegiando i metodi tradizionali di vinificazione. Dalla sua azienda possiamo godere di un paesaggio emozionante, nonostante la giornata non sia abbastanza limpida per poter scorgere, in profondità, il Monviso e le possenti montagne che proteggono le Langhe. Uno dei prossimi obiettivi, ci dice, è la costruzione di una cantina vera e propria nella quale produrre e affinare il vino.
 
Olek Bondonio e la sottoscritta
 
Seconda tappa, l’azienda agricola Valfaccenda a Canale, nel Roero (http://www.valfaccenda.it). Luca è un ragazzo di 32 anni che ha deciso di portare avanti la tradizione di famiglia, nata col suo bisnonno nel 1750. E’ un enologo e anche lui ha vissuto delle importanti esperienze oltreoceano. E’ un ragazzo appassionato, lo si capisce subito. Degustiamo Roero Arneis e Roero, ancora in affinamento in legno, ma che promettono molto bene. Ha costituito con altri due ragazzi un’associazione che si chiama Solo Roero: producono vini unicamente del Roero e collaborano nella promozione del territorio e delle sue specificità. Forse, per i non esperti di vino e per coloro che non conoscono a fondo la zona, questo può sembrare un esperimento normale, in realtà, è una sfida molto coraggiosa, soprattutto rapportata al contesto territoriale e alla fama che i vini delle Langhe hanno nel mercato internazionale, che spero potrà essere premiata come merita.
 
Luca Faccenda, dell'azienda Valfaccenda
 
 
Terza tappa è nel Barolo, nell’azienda Olivero Mario (http://www.oliveromario.com). Ad accoglierci a Roddi è suo figlio Lorenzo, 32 anni, enologo. Ha iniziato a imbottigliare vini con suo padre, nel 2001. Ci mostra la cantina in perenne evoluzione.Ci racconta gli stadi della vinificazione, parliamo dei legni delle botti e poi via, a degustare degli ottimi Langhe Arneis, Dolcetto d’Alba e Dolcetto d’Alba “Buscht”, affinato per il 12 mesi in barriques, un Langhe Nebbiolo, una “Campii Raudii” Barbera d’Alba e un Barolo “Bricco Rocca”. 
Con altri giovani produttori amici ha fondato, nel 2007, l’associazione Langa Style  per promuovere, in giro per il mondo, i loro vini. In questi giorni, per esempio, si trovano a Hong Kong.
 
Lorenzo Olivero, dell'azienda Olivero Mario
 
Visitare le cantine è stata un’esperienza interessante che mi ha introdotto nel micro-mondo del vino. Mi ha fatto conoscere ragazzi preparati, appassionati, intraprendenti che stanno portando avanti la tradizione, ma con sguardo e strumenti moderni che ritengo essere la formula vincente in questo periodo storico. Oltre alla terra e al legame con essa, fare vino diventa un’arte in cui la conoscenza si fonde con la sperimentazione e l’intuizione. Uno degli istanti magici è, secondo me, il momento in cui chi produce vino, versatone un po’ nel calice, ne guarda il colore, le sfumature, la limpidezza, ne respira il profumo e ne assaggia il gusto. Io, proprio in quell’istante, amo guardare i loro occhi, nell’alchimia di quel momento che so già non potrò mai capire appieno.

Le Langhe non deludono le aspettative e mi donano ciò di cui ero alla ricerca: esempi di uomini e donne operosi che hanno saputo riconoscere e dare valore alla vocazione del territorio, unendo le forze in un progetto sinergico di valorizzazione dei prodotti della terra, bellezza del paesaggio, sapori, arte e ospitalità che hanno condotto le Langhe a essere meta di un turismo intelligente  e un esempio da cui trarre spunto e imparare.
 
Degustazione
Ultima modifica: Venerdì, 09 Gennaio 2015 09:47
Maria Vittoria Pericu

Maria Vittoria Pericu ha studiato scienze politiche all’Università di Sassari. Si occupa di politiche per lo sviluppo e racconta di città e territori su fugainglese.blogspot.it. È reduce da un periodo di volontariato nel sud-est turco, al confine con la Siria.

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